Alabaster ci mette di fronte ad una domanda,
dove inizia e dove finisce qualcosa?
Nella serie di immagini dal tono surreale, il tema
della liminalità emerge prepotentemente dalla
superficie della pellicola.
Lʼartista trova questo vecchio rullino allʼinterno
di un mercatino dellʼusato e decide successivamente
di srotolarlo e scattarci sopra senza
sapere cosa accadrà.
Questa chiave di lettura ci fornisce lʼespediente
per sbrogliare la trama di una ‘ʼnuovaʼʼ narrazione,
in cui, storie dimenticate di un viaggio in
Egitto si intrecciano con i luoghi simbolo dellʼinfanzia
dellʼartista. I confini, seppur presenti,
sono labili e offuscati, nulla eccede sullʼaltro,
qualcosa inizia, qualcosa finisce, qualcosʼaltro
fluisce.
Due testimonianze distinte che dipendono
lʼuna con lʼaltra, si proteggono, si nascondono,
si spogliano della non curanza subita sacrificando
la loro identità, quasi fosse lʼatto estremo,
lʼunico modo per emergere dallʼindifferenza
del proprio tempo e trovare finalmente il
loro posto nel mondo.